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Un mondo reale pieno d’amore
La poesia di Beatrice Kanobelj
La poesia di Beatrice Kanobelj si esprime attraverso una tavolozza di colori ed immagini ispirate da una contemplazione silenziosa e nascosta della natura. Ad essa appartiene uno sguardo sereno, rivolto alle piccole cose della quotidianità, un’osservazione del mondo lieve e a tratti giocosa. Eppure da questa apparente quiete spesso traspare un’indagine acuta che medita e riflette su quella realtà che agli esseri umani rimane imperscrutabile. Si tratta di una poesia giovanile, ovvio, e per certi versi ancora acerba, ma limpida e integra. La sua scrittura è ricca di armonia, come è armonico nella poetessa il legame dell’anima con la natura. Tutta la natura sembra avere per lei una magia speciale, legata ad un mondo ignoto e inconoscibile. Questo incanto però esige quella solitudine necessaria per trovare in sè stessi la vera realtà, “perchè le tenebre sono all’esterno, e la luce è dentro”, come notava Paul Claudel. Attraverso la contemplazione di una natura sublime, seppure semplice e silenziosa, la sua poesia sembra prendere contatto con un’anima segreta. Il tema dell’acqua appare molto spesso. Costanti sono le immagini legate al mare, al fiume, al ruscello, immagini che spesso sembrano indicare quei frangenti che attraversiamo nella vita. Il mare è visto nella sua veste notturna quando l’acqua ingloba in sé tutta la luce, quando dopo l’ultimo raggio di sole ogni luce scompare per essere accolta e trasformata dalle acque, e così, purificata e rigenerata, ritornare a nuova vita: “Tramonta il sole, / l’orizzonte si tinge di rosso / mentre l’ultimo raggio di sole/ scompare nel mare.” (…) Si forma una lunga scia, la via lattea, che si tuffa nel mare increspato dalle onde.”(Polvere di stelle) Appare in cielo la luna che segna ogni ritmo di vita: “Notte stellata. / La luna si è risvegliata / e il sole dietro a lei / la inonda di luce / come un uomo inonda d’amore / la propria compagna” (Eclissi di luna). Osservare ciò che desta meraviglia ha a che fare con il bene dell’uomo e con la sua felicità perché la contemplazione è una aspirazione dell’anima: “Tutto ha inizio con la contemplazione” scriveva Jean Josipovici. Alla notte appartiene la contemplazione del cielo stellato: “Venere inizia a brillare / seguita da mille stelle / che tappezzano il cielo / come una polverina leggera.”(Polvere di stelle) E ancora: “Osservo il cielo / l’infinito blu / e i suoi misteri./ Cade una stella / e nel cuore / un desiderio.” (Cade una stella) Alla luce della sera si accresce anche ogni legame d’amore. Si tratta di un amore quieto e leggero, silenzioso nella presenza, come nell’assenza pacata e pura. “Mi hai preso per mano e mi hai portata lontano. Mi hai abbracciato e mi hai baciato in quel silenzio rotto soltanto dalle onde che si infrangono sulla spiaggia isolata e scura.” (Limpida sera) Talvolta l’amore è interdetto, divenuto inesprimibile e proibito, come una melodia, composta in segreto, in tempo di guerra: “Conforta il popolo,/ lo incita a distruggere / la prigione di ghiaccio, / lasciando la rosa alpina libera di rifiorire.”(Amore proibito) Rimangono vividi gli elementi dell’acqua e dell’aria che diventano essenziali costituendo una rigenerazione ed un rinnovamento che la poetessa avverte ed intuisce: “Sotto, lo sciabordio del mare / che mi sostiene / e mi culla / tra le sue onde. / Calma, tutto intorno sembra tranquillo e / mi abbandono estaticamente / tra acqua e aria / in perfetta sintonia con esse.” (Tra acqua e aria). E anche il vento fa la sua parte, giunge con il suo soffio vitale, portando messaggi dagli dei e da coloro che amiamo: “Un turbinio di vento ti avvolge / e nel suo fischiare leggero / paiono esserci / melodie e leggende di paesi lontani” (… ) Ancora una volta / la magia della primavera e / l’orchestra della natura/ hanno creato / una sinfonia stupenda. (Magia di primavera) Un ulteriore simbolo ricorrente della poesia della Kanobelj è il tema del sentiero, del passaggio, del percorso necessario a perseguire un fine, un cambiamento, un’aspirazione. Si ritrova espresso in maniera lieve e spontanea nella poesia “Gente”: (…) “gente che cerca soltanto la strada,/ il sentiero,/ che porta ad un mondo più vero,/ un mondo reale pieno d’amore,/ un mondo nascosto / nel profondo del cuore (…) ”(Gente) La poesia “Il sentiero della felicità” riprende il tema della bellezza della natura e della grande gioia e consolazione che questa è in grado di offrire agli esseri umani che la amano: “Sulla cima del monte / vi sono prati immensi/ dove la mia fanciullezza può sfogarsi,/ e correre libera dai brutti pensieri/ e dai pregiudizi della società. (Il sentiero della felicità) Come in altre poesie di questa giovane poetessa, anche nel “Sentiero della felicità” si fa riferimento nel verso finale alla necessità di un “rifugio”. Anche nell’ultimo verso di “Poesia d’autunno” troviamo lo stesso tema: “Ritornando sui vecchi passi / guadagniamo la magione sicura, / come uccellini che si riparano, / nei loro caldi nidi”. L’uomo ha bisogno di un rifugio, di una protezione per salvarsi dagli eventi meno felici con cui la natura lo confronta. Può trattarsi di un temporale, di una bufera, di una mareggiata. C’è e viene sentita la necessità di riparo, di calore, di sicurezza e, in sostanza, di amore. Anche nella poesia “Tempesta” le creature cercano rifugio e riparo dal turbine, da un evento che non solo per loro è incomprensibile e misterioso, ma anche apportatore di barbarie e malvagità: “Nel bosco, durante la tempesta,/ ogni essere vivente nella sua tana resta/ osservando il misterioso evento / simbolo del male violento / che tocca l’uomo / all’interno del cuore.” Il tema del male, degli impulsi istintuali ed emotivi che l’uomo porta in sé nella sua natura animale, viene affrontato anche in un’altra poesia intitolata “L’urlo del giaguaro”: “ Zanne taglienti e lucenti come coltelli,/ artigli graffianti e penetranti come spine, / queste le armi./ Un potente ruggito che riempie l’aria / e s’ode ovunque, / questa la voce.” La belva simbolo del potere dell’oscurità, in questo caso incarna l’emblema dell’ira, che tutto odia, tutto distrugge e abbandona alla desolazione, ma diversamente dalle altre poesie, “L’urlo del giaguaro” non porge alcun rifugio. In “Poesia notturna” invece ritroviamo un rifugio che è possente e solido. La notte assopisce nel sonno tutti gli abitanti di un’intero villaggio, dai sovrani al popolo minuto. Al di là del fiume però, esiste una piccola chiesa costruita sulla pietra e con la pietra, come una fortezza. Lì le anime trovano asilo. Questo è il luogo sacro: “è la vostra casa, Regnanti del cielo.” Con “Il Paradiso delle essenze meritevoli” la poesia affronta uno stile decisamente particolare. Innanzitutto ci coinvolge e affascina con la descrizione di una natura tropicale baciata dal sole e da tutti i colori dell’arcobaleno. Qui la poetessa esprime la gioia della natura con colori vivaci e ci mostra il suo grande amore per il colore, un trionfo di bellezza, un paesaggio sfolgorante tra cielo e oceano. E questo “giardino del sole”, paradiso meraviglioso dalla natura incantata, è dimora di straordinarie creature, delfini, mante e “volatili le cui piume paiono dipinte con le calde sfumature del tramonto”. I colori affermano la luce e la riflettono sul mondo. Dalla fiamma del rosso sanguigno ai colori dello smeraldo, dall’indaco al turchese, fino all’ocra: “Tra l’indaco e lo smeraldo / il lido color ocra, / tranquillo e solitario, /sul quale alle fragili piante / non è concesso il dominio / e le spumose onde si allungano / cercando un illusorio abbraccio / sotto il cielo tropicale” Alcune poesie di Beatrice Kanobelj hanno un aspetto peculiare, più intimo e introspettivo, in cui l’anima rivela il significato della propria passione mentre la poesia diventa comunicazione con il mondo ed espressione di amore. Questa è la dimensione in cui l’anima riconosce se stessa: “Poesia è il mio modo di esprimermi,/ di farmi conoscere dagli altri, /di dire “Questa sono io!” /Una ragazza e i suoi sogni”(Poesia) Talvolta l’introspezione, anche se dolorosa e amara, può conservare il pregio dell’integrità: “Non piangere più ragazzina/ verrà il giorno in cui le tue lacrime / non righeranno più il tuo bel viso. / Allora il tuo volto innocente / sarà solcato da un dolce sorriso,/ e come l’araba fenice / risorge dalle sue ceneri /la tua felicità risorgerà dalle ceneri /dei tuoi difetti e del tuo dolore.” (“Non piangere più”) E’ dalla cenere dei difetti e della sofferenza che l’essere umano può trarre la propria felicità e vivere la vita così com’è. Ma prima deve essere disposto ad accettare la sua parte di afflizione, perchè questo è ciò che la vita ci insegna: a guardarla con distacco e a comprendere il suo dolore silenzioso.
"La lacrima è come una goccia di rugiada / dagli occhi scende lentamente sulle guance / e muore bagnando le labbra velate di rosa". (“Lacrima”)
Beatrice Kanobelj
Scelta di poesie
Magia di primavera
Un turbinio di vento ti avvolge
e nel suo fischiare leggero
paiono esserci
melodie e leggende
di paesi lontani.
Mosso dal mite zefiro
il canneto inizia a crepitare con vivacità.
Il gorgoglìo di un ruscelletto
completa questo sottofondo naturale.
Gli uccellini, dolci creaturine,
si uniscono al concerto
con il loro canto.
Ancora una volta
la magia della primavera
e l’orchestra della natura
hanno creato
una sinfonia stupenda.
Tra acqua e aria
Silenzio, e poi
un leggero sibilo, il borino.
Penetrando nel mio corpo
riempie i polmoni
e fa vibrare il mio essere.
Sotto, lo sciabordio del mare
che mi sostiene e mi culla
tra le sue onde.
Calma, tutto intorno sembra tranquillo
e mi abbandono estaticamente
tra acqua e aria
in perfetta sintonia con esse
Polvere di stelle
Tramonta il sole,
l’orizzonte si tinge di rosso
mentre l’ultimo raggio di sole
scompare nel mare.
La scogliera appare ora
come un’ombra
nell’oscurità della sera.
Venere inizia a brillare
seguita da mille stelle
che tappezzano il cielo
come una polverina leggera.
Si forma una lunga scia,
la via lattea,
che si tuffa nel mare
increspato dalle onde.
La poesia d’autunno
Porto sicuro,
vento d’autunno,
le onde del mare
danzano tumultuosamente.
Sono con me
colei che mi ha donato la vita
e il compagno dei momenti tristi e felici.
Percorrendo un vicinale presso il mare
un tranquillo boschetto ci accoglie
e una scalinata di antiche pietre ci accompagna
sino a un belvedere.
Agli occhi bramosi
si dona un panorama
che toglie il respiro
e riempie il cuore di gioia e di stupore,
l’immensità del mare,
e lontano, lontano un castello.
Dalle sue mura ogni sera,
al chiaro di luna,
lo spirito di una fanciulla
si getta nelle buie acque.
D’improvviso un tuono,
un fulmine corre
tra le nuvole scure di pioggia
che inizia, prepotente, a cadere.
Ritornando sui vecchi passi
guadagniamo la magione sicura,
come uccellini che si riparano,
nei loro caldi nidi.
Limpida sera
In quella limpida sera
mi hai fatta sentire come una stella vera.
Mi hai preso per mano
e mi hai portata lontano.
Mi hai abbracciato
e mi hai baciato
in quel silenzio
rotto soltanto dalle onde
che si infrangono
sulla spiaggia isolata e scura.
Mi hai dato il tuo amore
che illumina il mio cuore
e mi lega a te
nel chiarore di quella limpida sera.
Amore proibito
Tempo di guerra,
un ragazzo suona una melodia,
composta in segreto
nella sua stanza.
Parla d’amore,
un amore che ora sembra congelato,
una rosa alpina il suo simbolo.
Conforta il popolo,
lo incita a distruggere
la prigione di ghiaccio,
lasciando la rosa alpina
libera di rifiorire.
Metropoli
Scie di luce che corrono sinuose
tra i giganti di vetro
Equinozio d’autunno
Le prime folate di aria fredda
scacciano imperiose
il caldo abbraccio dell’estate.
Nei boschi le stanche foglie
si lasciano cadere dai rami
e dopo aver danzato
un’ultima volta nel vento
si posano dolcemente
sulla morbida terra uggiosa.
Alcune creature sono già immerse
in un profondo sonno
in attesa che la primavera le risvegli
con il suo amorevole tepore.
Al di là del sommacco dai fiammeggianti colori
una distesa di viti fa sfoggio
dei suoi succosi grappoli d’uva matura.
E’ tempo di vendemmia,
nel patio del casale
si riempiono i tini
e si spande
il fragrante profumo del mosto.
Le castagne, private della spinosa corazza
sono pronte per essere arrostite
e il vin brule borbotta allegramente.
Cala la sera,
è l’ora del ristoro,
un grande falò illumina il circondario,
in mezzo a fragorose risate
si alzano i calici e ..."Cin, Cin!"
l’autunno è già arrivato.
Eclissi di luna
Notte stellata.
La luna si è risvegliata
e il sole dietro a lei
la inonda di luce
come un uomo inonda d’amore
la propria compagna.
All’improvviso, come un padre geloso,
la terra si frappone tra loro.
Rimangono allineati per un po'
ma alla fine la terra inizia,
lentamente, a spostarsi,
il padre lascia libera la figlia ormai cresciuta
Il sentiero della felicità
Passeggiando,
imbocco un sentiero
ombreggiato dagli alberi,
dai quali si espande
un fresco profumo di bosco.
Osservo la natura
che sfoggia la sua flora vivace
e i suoi frutti golosi -
come una ragazzina un po' vanitosa.
Salendo,
gli alberi si diradano
rivelando un paesaggio di colline,
valli e qua e là
qualche piccolo paese.
Sulla cima del monte
vi sono prati immensi
dove la mia fanciullezza
può sfogarsi,
e correre libera
dai brutti pensieri
e dai pregiudizi della società.
Il vento dell’est inizia a soffiare gentile,
e accarezza l’erba dei prati,
mentre in lontananza si scorge una casetta,
un rifugio sicuro
Tempesta
La pioggia cade veloce
su ogni cosa,
portando un’aria frescosa.
Nel bosco già s’alza l’umido profumo
e s’ode lo scorrere leggero
del rio ingrossato.
Nel bosco,
durante la tempesta,
ogni essere vivente nella sua tana resta
osservando il misterioso evento
simbolo del male violento
che tocca l’uomo all’interno del cuore.
La sera
Nel piccolo paese
è arrivata la sera:
le figlie del vento
nella verde distesa
iniziano la serenata della sera
accompagnate soltanto dagli uccelli di campagna
colorati e vivaci.
Nel paese si vede una luce,
si ode un bisbiglio,
nient’altro,
se non il fiume alla sua foce
Meraviglie del mondo antico
E’ l’alba,
il sole sorge
e gli uomini si preparano a lavorare
la terra della vallata.
Le donne pensano al bestiame
e alla casa
mentre i bambini giocano
sulla strada ghiaiosa.
Le donne più anziane
siedono davanti alle loro case
e guardano i bambini
rimpiangendo la loro giovinezza
persa in un’epoca remota…
Poesia notturna
E’ tardi:
signora notte
con il suo vestito blu
ricopre il cielo.
Il maniero è illuminato
dalla debole luce delle candele,
e i sovrani dormono
sotto un’ampia coltre dorata.
Nell’umile cascina
il popolo riposa
le sue stanche membra
dopo una giornata di duro lavoro.
Accanto scorre il fiume
con il suo delicato gorgoglìo
e nelle sue fresche acque
si riflette il candore
di madamigella luna
e intorno a lei
come tante lucciole
milioni di stelle.
Al di là del fiume
una piccola chiesetta di pietra,
dove le anime trovano rifugio:
è la vostra casa Regnanti del cielo
Il paradiso delle essenze meritevoli
Dove l’indaco del cielo
incontra un oceano di cristallo,
pace e serenità
dimorano tra fiori variopinti
e frutti succulenti.
Nelle acque turchesi
un arcobaleno di creature,
danza tra i sanguigni coralli
e le stuzzicanti anemoni.
Delfini che giocano allegri
piroettando,
mante il cui delicato movimento delle pinne
sembra un volo,
antichi carapaci che forse hanno nuotato
con i nostri avi.
Nelle macchie vergini color smeraldo
volatili le cui piume paiono dipinte
con le calde sfumature del tramonto
si scambiano richiami d’amore.
Tra l’indaco e lo smeraldo
il lido color ocra,
tranquillo e solitario,
sul quale alle fragili piante
non è concesso il dominio
e le spumose onde si allungano
cercando un illusorio abbraccio
sotto il cielo tropicale.
L’urlo del giaguaro
Due occhi fiammeggianti
minacciano dall’oscurità,
una pelliccia maculata
come mantello.
Zanne taglienti e lucenti
come coltelli,
artigli graffianti e penetranti
come spine, queste le armi.
Un potente ruggito
che riempie l’aria
e s’ode ovunque,
questa la voce.
E’ l’ira,
prigioniera che vorrebbe fuggire,
lasciando dietro di sé
dolore e distruzione,
nel silenzio postumo si odrà
soltanto una voce,
l’urlo del giaguaro
Cade una stella
Osservo il cielo
l’infinito blu
e i suoi misteri.
Cade una stella
e nel cuore
un desiderio.
Gente
Gente che odia,
gente che ama,
gente che cerca soltanto la strada,
il sentiero,
che porta ad un mondo più vero,
un mondo reale pieno d’amore,
un mondo nascosto
nel profondo del cuore.
Gente che odia,
gente che ama,
gente che un giorno troverà la sua strada.
Non piangere più
Non piangere più ragazzina
verrà il giorno in cui
le tue lacrime
non righeranno più
il tuo bel viso.
Allora il tuo volto innocente
sarà solcato da un dolce sorriso,
e come l’araba fenice risorge dalle sue ceneri
la tua felicità risorgerà dalle ceneri
dei tuoi difetti e del tuo dolore.
Lacrima
La lacrima è come una goccia di rugiada
dagli occhi scende lentamente sulle guance
e muore bagnando le labbra velate di rosa
Poesia
Poesia sono le parole “Ti amo”
pronunciate da un ragazzo innamorato
Poesia è una rosa rossa
tra i capelli di una ragazza.
Poesia sono i colori caldi
dell’uccello del paradiso
e il canto melodioso dell’usignolo.
Poesia è il mio modo di esprimermi,
di farmi conoscere dagli altri,
di dire “Questa sono io!”
Una ragazza e i suoi sogni.
Non sono perfetta… ma chi lo è?”
Toccata e fuga di un amore
Le sue dita iniziarono dolcemente
ad accarezzare i tasti
creando una soave sinfonia.
Assorto tra le note
e cullato dal dolce dondolio della nave
volse lo sguardo per un istante e la vide.
Una fanciulla dai lineamenti angelici
e dalla carnagione di porcellana.
Alcune ciocche ribelli dei suoi biondi capelli
scivolarono sul viso
sfiorando gli occhi azzurri
come le acque più pure
il piccolo nasino
e le carnose labbra di pesca.
Pareva che l’osservasse dolcemente
attraverso il vecchio oblò impolverato
lui ricambiava incantato
ma lei si volse e fece per andarsene.
La seguì con lo sguardo
e la vide indugiare
pensierosa e illuminata
dal sole del mattino.
Poi sparì
e rimase solo il mare
increspato dal vento,
e la sinfonia si spense
e scese il silenzio
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