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Wolfgang Amadeus Mozart

( 1756 – 1791 )

a cura di Gianpaolo Dabbeni

Wolfgang Amadeus Mozart, nato a Salisburgo nel 1756, a sei anni e mezzo aveva già al suo attivo alcune composizioni e suonava bene il cembalo, l’organo e il violino. Per cui il padre, musicista, lo fece viaggiare nelle capitali europee, per esibirlo in concerti da bambino prodigio, prima a Monaco e poi a Vienna; ogni tappa era un trionfo; il piccolo Wolfgang suscitava grande entusiasmo.

Alla corte di Vienna il fanciullo riceve onori straordinari; è ospitato da principi; a Nymphenbourg, dall'Elettore di Baviera; a Ludwigsburg, dal Duca di Wuertemberg; a Schwetzingen, dall'Elettore Palatino.

Poi si reca a Mannheim, Worms, Francoforte, Parigi e Londra dove sente per la prima volta gli oratorii di Haendel, le musiche italiane e conosce Bach. Comincia a scrivere sinfonie: la prima è del 1764, all’età di otto anni. Nel 1767, ritornato a Salisburgo, scrive la musica per una commedia su testo latino, Apollo e Giacinto, rappresentata al teatro dell'Università. L'anno successivo, a Vienna, l'imperatore gli diede l'incarico di scrivere un'opera, La Finta semplice, ma la rappresentazione non avvenne; ebbe luogo, invece, quella dell'operetta Bastíano e Bastiana, scritta nello stesso anno. Due anni dopo, all'età di quattordici anni, Mozart fu ammesso a dirigere la sua prima messa al cospetto della Corte di Vienna. Fra i tredici e i diciassette anni si recò tre volte in Italia e musicò alcune opere italiane rappresentate a Milano; una di queste, Ascanio in Alba,su versi di Giuseppe Parini; e poi ancora Mitridate, Re di Ponto di Vittorio CignaSanti (1770) e Lucio Silla di Giovanni da Camera (1772).

La vita di Mozart fu turbata da amare contraddizioni: fanciullo, fu un prodigio di precocità e si vide schiudere facilmente le vie del trionfo; da adulto, invece, incontrò avversità di ogni sorta, fino a soffrire la miseria.

L'Italia era per Wolfgang il paese dei sogni; dalle sue lettere trabocca tutta l'amarezza di doverne stare lontano e per giunta a Salisburgo, dove la vita gli diveniva ogni giorno più insopportabile. “Quante volte” - egli esclama in una lettera al Padre Martini - “quante volte sono preso dal desiderio d'essere vicino a Voi e starmene con la Vostra Reverendissima Paternità. Vivo in un paese dove la musica ha poca fortuna”. E passa il tempo a scrivere musica sacra e profana, mottetti e litanie, sonate e concerti, serenate e divertimenti, musica per cerimonie e ricevimenti.

Desiderava infatti lasciare Salisburgo (1777) e recarsi in Italia; ma aveva bisogno di quattrini e in compagnia del padre riprese a pellegrinare in cerca di fortuna.

Nel 1778 si recò a Parigi, ma qui fece poco: compose un balletto e due sinfonie; la sua avversione per i francesi è irriducibile! Così egli scrisse: “Se la gente, a Parigi, avesse orecchie e cuore per sentire e quel minimo indispensabile d'intelligenza e di buon gusto per la musica, io mi riderei di tutto. Ma sono circondato da bruti e d'imbecilli...” E povero, malconcio peggio di prima, fece ritorno a Salisburgo, “città di pezzenti” , come egli la definiva.

Invitato dall'Elettore di Baviera a comporre un'opera per il teatro di Monaco, scrisse l'Idomeneo, che resta il suo più importante tentativo nel genere tradizionale dell’opera seria (1781). Nello stesso anno, per incarico dell'imperatore, compose Il Ratto del Serraglio, musicando un testo in lingua tedesca, nella forma popolare del Singspiel, spettacolo comico nel quale alle parti cantate si intercala la recitazione.

Ritornato a Vienna incontrò serie difficoltà ed ostilità, in quanto aveva problemi con il padre; ed Aloysia Weber, la sua fiamma, aveva sposato un certo Lange, autore di commedie. Ma nella famiglia di costei ritrovò l'antica affettuosa accoglienza e poco tempo dopo sposò la sorella di Aloysia, Costanza nel 1782. Nel 1786, la mal riuscita esecuzione delle Nozze di Figaro continuò a procurargli amarezze.

Ma a Praga trovò un compenso; nello stesso anno scrisse la Sinfonia in re maggiore e l'anno dopo, il 29 ottobre, un successo trionfale consacrava all'immortalità il suo capolavoro, Don Giovanni, su testo italiano di Lorenzo da Ponte, il medesimo autore delle Nozze di Figaro. Gli esecutori del Don Giovanni furono tutti italiani: Luigi Bassi (Don Giovanni), Felice Ponziani (Leporello), Teresa Saporiti (Donna, Anna), Teresa Boldini (Zerlina), Antonio Baglioni (Don Ottavio). Il Don Giovanni fu l’opera che convogliò nella più alta espressione artistica tutti i fermenti di drammaticità.

Nel 1788 scrive tre capolavori: le sinfonie in mi bemolle, in sol minore, in do maggiore, (Jupiter),

Intanto la fama di Mozart si estende rapidamente, ma aumenta anche la sua miseria.

Si reca ancora a Praga, a Dresda, a Lipsia, a Berlino (1789), ma con esito economico disastroso. Le invocazioni di Mozart, nella miseria, sono laceranti. Una volta scrive: “Ho soltanto due allievi... vorrei arrivare a otto. Spandete ovunque la voce che io dò lezioni”.

Nel 1790, su incarico dell'imperatore di Prussia, musica l’opera buffa Così fan tutte di Lorenzo da Ponte; la morte dell'imperatore gli guasta il successo. Nel 1791 seguono, infine, le sue ultime opere: La Clemenza di Tito, riduzione di Caterino Mazzola del melodramma di Metastasio, e Il Flauto magico di Emanuel Schikaneder. Cominciò a comporre un Requiem su commissione. Ma non potè portarlo a termine; morì a Vienna nel 1791.

Il primo catalogo compiuto delle opere di Mozart fu redatto nel 1862 dal Koechel (ed. Breitkopf u. Haertel). Nel 1905 P. von Waldersee ne pubblicò una seconda edizione riveduta e corretta.

Il de Wyzewa nella sua opera fondamentale sulla giovinezza di Mozart in collaborazione con Saint Fox, compilò un altro catalogo delle opere di Mozart mettendolo in relazione con quello del Koechel.

 

 

 

Opere con orchestra:

Musica sacra:

19 messe (oltre il Requiem lasciato incompiuto al Lacrymosa), 47 pezzi, tre vespri, litanie, mottetti e diversi.

b) Opere teatrali: 22. Le più celebri sono: Le Nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte, Il Flauto magico, quest'ultima a base di simboli massonici ed allusioni allegoriche. Sullo sfondo d'un ambiente orientale si svolge un'azione di contenuto morale: la lotta fra due potenze ostili, l'oscurantismo (rappresentato da La Regina della notte con i più bassi istinti di cui è persona il moro Monostatos) contro la ragione e la saggezza (impersonate in Sarastro, capo della comunità dei sacerdoti d'Iside e del sole). Il titolo dell’opera è dato da un flauto meraviglioso col quale puoi compiere imprese straordinarie, correggere le passioni umane, mutare il dolore in felicità e suscitare amore nei cuori indifferenti. Benchè meno nota e poco eseguita, Idomeneo è tra le più importanti.

La Betulia liberata, oratorio in due parti su testo italiano di Pietro Metastasio (Salisburgo, 1771). Una cantata massonica per tre voci maschili ed orchestra, su testo tedesco di anonimo, cominciata nel 1783, rimasta incompiuta.

Die Maurerfreude, piccola cantata massonica per tenore, coro ed orchestra (Vienna, 1785) in onore di Born, Presidente della loggia di cui faceva parte Mozart.

Davide penitente - su testo italiano di anonimo. Questa cantata fu composta su frammenti di una messa del 1783, a cui Mozart aggiunse due arie nel 1785.

Freimaurer Cantate (La Cantata dei liberi muratori), a tre voci, coro e orchestra su testo tedesco di Schikaneder (1791). Terminata diciannove giorni prima della sua morte.

 

Altre opere vocali

46 liriche e 28 canoni, 6 riduzioni e trascrizioni.

 

Opere strumentali:

49 sinfonie.

Mozart è il primo autore tedesco che impiega il clarinetto nella sinfonia; in principio le sinfonie di Mozart hanno soltanto tre parti (senza minuetto);

33 suites (pezzi a serie, cassazioni, divertimenti, serenate) tra le quali alcune di bellezza e d'importanza pari, alle migliori sinfonie.

28 pezzi diversi e ben 110 minuetti, oltre un numero notevolissimo di allemande (56), gavotte, pantomime, balletti (44) ecc.

29 concerti per pianoforte, 13 per violino, 12 per vari strumenti fra i quali uno bellissimo per flauto.

 

 

 

 

Musica da camera:

9 quintetti e 31 quartetti, composti tra il 1770 e il 1790. Ve ne sono alcuni di altissima concezione. Il celebre quintetto in mi bemolle per pianoforte e strumenti a fiato e quello in la maggiore per clarinetto e strumenti ad arco furono composti rispettivamente nel 1780, e nel 1789.

7 trii e duetti.

 

 

Musica per pianoforte:

22 tra sonate e fantasie, 15 variazioni, 26 pezzi staccati, pezzi a quattro mani o per due pianoforti.

 

Per pianoforte e violino:

45 sonate.

 

Per organo:

17 sonate con accompagnamento strumentale.

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